Nei primi mesi di vita passiamo circa il 70-80% del tempo dormendo: si calcolano circa 15-20 ore al giorno per i neonati contro le 5-6 ore degli anziani. Possiamo dire che da piccoli si ha più bisogno di dormire (considerando sempre che ogni bambino è differente dall’altro) e che poi, crescendo, tale esigenza si riduce gradualmente. A tal proposito, numerosi studi evidenziano che un adulto necessita di circa otto ore di sonno al giorno, un dato che però trova riscontro solo negli adolescenti e che decresce man mano che l’età avanza.
I bambini dormono di più principalmente perché il sonno influisce sulla loro crescita, in particolare: favorendo lo sviluppo cerebrale (soprattutto il sonno nella fase REM, cioè quello più leggero); consolidando la memoria e tutto ciò che il piccolo apprende durante il giorno; stimolando la secrezione dell’ormone della crescita; rafforzando il sistema immunitario, consentendo all’organismo di rallentare e al cervello di “ripulirsi” dalle tossine accumulate durante la veglia.
Possiamo quindi comprendere quanto sia importante lasciar dormire il bambino per tutto il tempo che gli è necessario, cosicché impari a gestire autonomamente i propri ritmi.
L’ora della nanna
Moltissime coppie si trovano a dover affrontare ciò che può sembrare «inaffrontabile»: i risvegli frequenti e la difficoltà di addormentamento del proprio bambino nei primi tre anni di vita. Seppur in tanti ricorrono già alla melatonina e a farmaci, le tecniche comportamentali dovrebbero rimanere la prima linea di aiuto in questi casi. .
Vediamo cosa si può fare, da un punto di vista pratico, per rendere il momento della nanna più facile non solo per i piccoli ma anche per i genitori:
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Accettiamo che nei primi mesi di vita possano svegliarci. Accettiamo che il sonno del bambino richiede tempo per autoregolarsi.
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Creiamo un rituale serale che lo accompagni alla nanna. Leggere una favola, cantare una ninna nanna, una routine quotidiana che ha la funzione di prepararlo con sicurezza alla nanna in un ambiente sereno e tranquillo in cui gli stimoli vengono man mano diminuiti. L’importante è che il bambino riconosca l’esistenza di un’abitudine anche nell’andare a letto, sempre alla stessa ora e magari con uno o più oggetti (peluche, ciuccio) riservati al momento della nanna
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Rispettare l’orario della nanna tutte le sere. Abituare il piccolo sin dalla tenera età ad addormentarsi sempre alla stessa ora, adattando i ritmi della famiglia a quelli del bimbo e non viceversa (se si tiene sveglio il bambino perché il papà arriva tardi e vuole giocare si sposta in avanti tutto il suo sonno). Non aspettiamo che sia esausto per metterlo a letto. Un bambino molto stanco è più irritabile e nervoso e quindi più difficile da far addormentare.
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Far dormire il bambino sempre nello stesso ambiente, adeguatamente preparato, con luci soffuse senza televisioni o cellulati accesi, ed eventualmente con una musica dolce di sottofondo. Metterlo a nanna dove passerà la notte aumenta la sua sicurezza. Spesso i bambini vengono fatti addormentare sul divano o nel lettone e poi spostati nel loro lettino, e questo può confonderli: svegliandosi di notte in un luogo diverso da quello in cui si sono addormentati, potrebbero sentirsi spaventati e spaesati.
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Mai usare il tablet o altri dispositivi elettronici dopo cena. Spegnere tutto almeno un’ora prima dell’addormentamento. La luce dei dispositivi riduce la produzione della melatonina che favorisce l’addormentamento. Mantenere tutti gli apparecchi elettronici, inclusa la televisione, il computer e il cellulare fuori dalla stanza da letto.
Osserviamolo nella quotidianità e trascorriamo del tempo di qualità con lui. A tal proposito, eventuali difficoltà e problemi del sonno ci daranno molte informazioni sul modo in cui vive. Consideriamo anche che più il bimbo passerà del tempo con mamma e papà durante il giorno, più sarà appagato sotto questo punto di vista e meno soffrirà il “distacco” dovuto all’addormentamento.
Preparatevi che, anche se farete del vostro meglio, ogni bambini vivrà il momento dell’addormentarsi in modo personale.
A volte i disturbi del sonno possono esprimere manifestazioni di disagio emotivo, che provoca stati di ansietà, dovuti per esempio a:
- Ansia da separazione
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Primi dentini
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Inserimento al nido o all’asilo
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Arrivo di fratellini o sorelline
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Ripresa lavorativa della mamma
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Tensioni familiari
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Cambiamento di routine familiari
Quali sono le eventuali terapie per i disturbi del sonno nei piccoli? Come possiamo aiutarli?
La maggior parte dei pediatri propone il trattamento con melatonina e una revisione delle regole comportamentali.
Se si vogliono provare anche i rimedi naturali, il Naturopata in genere propone fiori australiani ed essenze, rimedi vibrazionali senza controindicazioni, con l’obiettivo di ri-equilibrae l’orologio biologico. Sono efficaci e rilassanti anche i trattamenti olistici, come per esempio la craniosacrale, che stimola e favorisce il riequilibrio del sistema nervoso. Il bimbo riceve il trattamento mentre dorme, gioca, o è allattato, in sintonia con le esigenze del momento.
Se desiideri un consulto specifico per il tuo bimbo, contattami.
A presto
Stefania Grappeggia